Mosca, settembre 2003.
Man mano che Giuliano raccontava io mi trasformavo in un'ascoltatrice sempre più attenta, tanto che lui si lasciò convincere a tentare un'operazione che, in fantasia, avrebbe potuto liberarlo definitivamente dal malessere che abitava nel suo animo, e che gli avrebbe permesso di realizzare quel desiderio lungamente represso, di un dialogo immaginario, sì, ma chiarificatore con il padre. Si sarebbe trattato di scrivergli delle lettere, visto che Antonio per il figlio non poteva avere voce, non avendola Giuliano mai udita.

Anna Maria Sgarbi (autrice)
Introduzione (leggi)
Incontro con l'autrice (vedi)


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Caro papà sono invecchiato, ho ottant'anni...Tu invece non cambi più, né per me, né per gli altri: sei sempre quello, giovane, intelligente, acuto e anche bello... Non ti ho mai toccato con le mani, ma ti ho sempre accarezzato sulla carta e ti ho anche abbracciato nei sogni.

(dal libro "papà Gramsci", Gabrielli editori)

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